Gruppo Speleologico San Giusto

1954-2004

Immagini di
50 anni di speleologia

La mostra, dedicata ai protagonisti di mezzo secolo di speleologia, all’attività, alle esperienze, ai risultati raggiunti e agli obiettivi da raggiungere, sarà esposta presso la

Sala dell’Albo Pretorio

Piazza Piccola, 3 – Trieste
(dietro Piazza dell’Unità d’italia)

dal 21 agosto al 5 settembre 2004

10.00/13.00 – 17.00/20.00

Il Gruppo Speleologico San Giusto di Trieste allestisce una mostra per ripercorrere mezzo secolo della propria attività: un viaggio per immagini ad illustrare cosa ha significato, e cosa significa, speleologia per questo Gruppo speleologico; un percorso che vuole soprattutto porre in risalto le tante sfaccettature di questa disciplina, i tanti campi che la compongono e nei quali ognuno di noi può trovare motivi d’interesse. Ecco quindi che vengono proposte le evocative istantanee in bianco e nero, a testimonianza dei “tempi eroici” della speleologia triestina, quando anche trasportare sul Carso le scale in legno e le corde in canapa, con la filovia, il tram o i camion militari, era già un’impresa. Per condividere e superare assieme le paure dell’abisso, a testimonianza che allora la speleologia era attività corale, fu appunto fondato il GSSG.
 
Ma è nell’attività didattica che il gruppo è stato, ed è tuttora, un’autentico pioniere. Grazie all’attività divulgativa migliaia di alunni delle scuole elementari cittadine, ma anche di scouts e, semplici appassionati e curiosi, hanno potuto vivere in prima persona il mondo ipogeo, a noi così vicino eppure ai più sconosciuto. Con iniziative varie come le ultime visite guidate alla Grotta Valentina appositamente illuminata, si persegue l’obiettivo di far conoscere il fenomeno carsico al più gran numero possibile di persone, attuando così un’efficace politica di tutela attiva.
 
Nella mostra viene posto l’accento sull’inquinamento degli ambienti ipogei, nei confronti del quale si è posto in campo un impegno importante nel ripristino e nella pulizia di alcune cavità della nostra provincia, troppe volte utilizzate come discariche abusive per ogni genere di materiale, quasi ad ignorare i danni che l’acido contenuto in una sola batteria d’automobile può causare in un territorio come il nostro, paragonabile ad una enorme spugna.
Vengono illustrate le esperienze condivise con gli speleologi dell’ex URSS durante la spedizione in Crimea, allora proibita a causa della sua destinazione militare.
 
Il Gruppo Speleologico San Giusto vanta inoltre oltre 10 anni di campagne esplorative sui Monti Musi massiccio carsico sito nella catena delle Prealpi Giulie, ove sono state scoperte, rilevate e studiate più di 230 grotte, con la profondità massima di quasi 500 metri. L’esplorazione sistematica dell’area ha permesso di apportare un significativo contributo alla comprensione dei processi speleogenetici del carsismo di montagna.
 
Annualmente il Gruppo organizza corsi di speleologia per avvicinare al mondo sotterraneo i giovani ed i meno giovani: osservandone le immagini è possibile rivivere le emozioni dei partecipanti
Il Gruppo Speleologico San Giusto dà una grande importanza alla ricerca scientifica con le sue campagne di tracciamenti, campionamenti, studi geologici, idrogeologici e chimici, per arrivare al grosso impegno editoriale profuso con la realizzazione di riviste come “IPOGEA” o la collana tematica de “I Quaderni di Speleologia”, mezzi attraverso i quali si vogliono condividere e divulgare le conoscenze acquisite e soprattutto i risultati ottenuti.
Una mostra a 360 gradi, quindi; una vetrina sul passato ma soprattutto una finestra sul presente e sul futuro della speleologia com’è intesa dal San Giusto; un futuro che obbligatoriamente passa per internet, GPS e computer palmari, quasi a dimenticare che tutto è nato dal lavoro millenario, lento e paziente, di una semplice goccia d’acqua.