Intrappolato sul Canin 1 – 26.09.2004

L’odissea di uno speleologo intrappolato in una cavità sul massiccio del Canin (Alpi Giulie)

Da giovedì non si hanno notizie di Stefano Krisciak, calatosi nell'abisso «Gronda Pipote» sul monte Poviz. Già attive le squadre del Soccorso alpino

Speleologo intrappolato in una grotta sul Canin

Caccia disperata per salvarlo: bloccato da 60 ore in una voragine profonda oltre 700 metri


Il massiccio del Canin, l'area dove è disperso lo speleologo triestino Stefano Krisciak

Uno speleologo triestino, Stefano Krisciak, è bloccato da giovedì in qualche punto dell'abisso «Gronda Pipote», sul Monte Poviz, nel massiccio del Canin. Di lui non si hanno notizie, e da ieri mattina le squadre del Soccorso speleologico lottano contro il tempo per cercare di raggiungerlo e portarlo in salvo. Stefano è rimasto bloccato dall'acqua che da giovedì, a causa delle forti piogge che si sono abbattute sulla zona, ha invaso l'abisso – una verticale profonda 720 metri – con violente cascate che impediscono ogni progressione. Ieri due squadre del Soccorso speleo di Trieste sono arrivate fino a quota meno 150 metri, ma poi hanno dovuto desistere e tornare indietro. Oggi altre squadre tenteranno di scendere più in profondità, nella speranza che l'acqua defluisca in modo sufficiente a portare i soccorritori oltre i trecento metri.
Stefano Krisciak si trova sul Canin da due settimane. Sabato 11 settembre ha piantato la tenda a quota 1880 metri, vicino all'imbocco dell'abisso, dopo aver portato sul posto, nei giorni precedenti, viveri e materiali. Il suo scopo era di effettuare la discesa in solitaria dell'abisso, impresa che avrebbe comportato alcuni giorni di lavoro per attrezzare con le corde i vari pozzi prima di effettuare la puntata esplorativa finale. In queste due settimane trascorse in solitudine sul Monte Poviz, Stefano soltanto un paio di volte ha avuto le condizioni meteo favorevoli – totale assenza di pioggia – per entrare nella grotta e attrezzare i pozzi. Giovedì mattina, durante l'ultimo contatto telefonico con Trieste (nella zona i segnali della telefonia mobile arrivano a fatica) aveva annunciato di aver raggiunto quota meno 300, e che si apprestava a continuare l'esplorazione, forse contando di arrivare sul fondo in un'unica discesa. Da allora di lui non si sono avute più notizie.
L'abisso «Gronda Pipote» è stato scoperto dalla Commissione grotte «Boegan» nel 1979, ma da motti anni nessuno ci mette piede. Non è, a detta degli speleo, una grotta tecnicamente difficile, ma già il suo nome – «gronda» come la grondaia e «pipote», una brocca in terracotta usata in Spagna – indicano come l'abisso, in caso di piogge estese come quelle dei giorni scorsi, si possa trasformare,in una trappola.
I soccorsi si sono mobilitati già venerdì. La perturbazione era annunciata, e gli amici di Stefano e gli speleologi del Soccorso alpino -coordinato da Spartaco Savio dalla sala operativa di Padriciano – appena hanno visto le prime gocce di pioggia hanno capito che le cose si stavano mettendo male. Ieri due squadre – dodici soccorritori in tutto – trasportate dall'elicottero della Protezione civile hanno raggiunto l'ingresso dell'abisso. La tenda di Stefano era vuota, segno che lo speleologo era ancora nell'abisso.Una prima squadra è subito entrata scendendo in condizioni proibitive fino a quota meno 150. Qui ha dovuto fermarsi, bloccata dalle cascate di acqua gelida che impedivano qualsiasi ulteriore prosecuzione. Stamattina altre squadre raggiungeranno in elicottero la montagna.


Spartaco Savio coordina i soccorsi

Un campo è stato allestito davanti l'ingresso dell'abisso, mentre il rifugio «Divisione Julia» a Sella Nevea fa da base d'appoggio. Stefano Krisciak si trova nella grotta da oltre sessanta ore. E' uno speleologo esperto e ben equipaggiato, e senza dubbio ha con se viveri sufficienti a una permanenza di diverse ore sottoterra.


Nella cartina, il punto esatto delle ricerche.



Pietro Spirito

Da “Il Piccolo” – 26 settembre 2004

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