Grottta Impossibile 15 – 02.01.2008

La scoperta dell’accesso alto della grotta e la sua chiusura con una botola

LA STORIA

La Grotta impossibile e la botola alta
di Pietro Comelli

Negli Stati Uniti ci sono i cacciatori di tornado, Trieste risponde con i cacciatori di grotte. Una ricerca che avviene battendo il Carso, divisi in gruppi speleologici pronti a farsi la guerra pur di arrivare per primi. È il caso della cosiddetta «Grotta Impossibile» di Cattinara, trovata alla fine del 2004 durante gli scavi peri lavori della Grande viabilità. Una grotta «impossibile», a 430 metri dall’ingresso di una galleria che – nei prossimi mesi, a lavori conclusi – sarà appannaggio esclusivo di camion e automobili.


LA STORIA Finiti i lavori del gruppo speleologico Boegan dopo l’accordo con il proprietario del terreno

Grotta Impossibile, ecco l’accesso alto

Una botola vicino a Basovizza l’alternativa all’ingresso dalla Grande viabilità

segue dalla prima pagina
di Pietro Comelli

Mica potrà continuare ad essere una passeggiata per accedere alla grotta.
Ecco che per una volta la ricerca è stata alla rovescia. Trovare un ingresso dall’alto per salvare l’accesso a un simile abisso, secondo per dimensioni solo alla «Grotta Gigante», individuato e aperto già da qualche mese ma diventato operativo solo nei giorni scorsi.
A tre anni dalla scoperta dell’«Impossibile», infatti, la «via Augusta» conta su una botola a pochi metri dalla strada per Basovizza, all’interno del bosco Bazzoni, con tanto di scale attrezzate per scendere nella grande caverna.
«Haec Augusta via ab tenacibus hominibus constructa per sapientem aditus ad impossibile antrum ducit» è la targa in latino che ricorda l’evento attaccata dagli speleologi, quelli della Commissione grotte Eugenio Boegan della società Alpina delle Giulie. «Perché noi siamo arrivati per primi, chi vuole entrare sa dove trovarci…», ripetono con fierezza, tenendosi ben strette in tasca le chiavi del lucchetto che apre la botola.
«Questa via Augusta costruita da uomini tenaci conduce, attraverso un sapiente passaggio, a un antro impossibile» è la traduzione di quella targa fissata qualche metro sotto terra.
Un lavoro di equipe fatto in amicizia con il «filo di Arianna» degli arva, uno strumento utilizzato nelle valanghe; una squadra risale i camini della grotta, l’altra sta in superficie e quando i due arva si «toccano» quello è il punto dove iniziare a scavare. «Così abbiamo fatto, utilizzando tre generatori, due demolitori, trapani e attrezzi vari», dice Augusto Diqual mostrando con orgoglio una mappa dell’atteso accesso dall’alto. Individuato il 19 novembre 2006 e, dopo 46 uscite con scavi sistematici, sfondato il 26 aprile 2007. Il tempo di mettere in sicurezza il buco, trovare un accordo con il proprietario del terreno Giovanni Canziani, resosi disponibile ad ospitarla, e la botola è diventata realtà proprio sotto Natale. Un percorso messo a punto da un gruppo piuttosto agguerrito di speleologi, dove spiccano tra gli altri i nomi di Luciano Filipas, Franco Besenghi, Paolo Toffanin e Giuliano Zanini. Armati di tanta buona volontà e qualche bottiglia di grappa.
Operazione compiuta, insomma, anche se rimane da completare la parte attrezzata da tre spezzoni di scale negli 11 metri di scavo artificiale che consente l’accesso dall’alto alla «Grotta Impossibile», fino al salto di 30 metri nella grande caverna. Quella diventata famosa per la sua spettacolarità. Altrimenti a vedere da vicino quelle stalattiti e stalagmiti, almeno per il momento, saranno solo gli speleologi provetti. «Le scalette arriveranno, ma questo non deve essere una scusa. Muovete il sedere se volete gustarvi la grotta», dicono quelli della Boegan. Avendo già la proposta in tasca: il corso di speleologia di primo livello con istruttori della scuola nazionale del Cai, in programma il prossimo 19 gennaio.
Più facile da dire che da mettere in pratica, anche se la rivalità fra speleologi è alimentata proprio dalle continue sorprese che, all’interno di uno sviluppo di 2.200 metri come la «Grotta Impossibile», avvicinano a questo strano mondo nuove leve. Attratte quella botola in mezzo al Carso dove, una volta aperta, tira aria che è un piacere. «Attenzione però, quando saranno operative le gallerie Trieste e Venezia della Grande viabilità, la botola diventerà uno sfogo per lo smog – dicono quelli della Boegan – Bisognerà mettere mano anche a questo problema».


Lo spettacolo della grotta Impossibile (Foto Lasorte)

la botola di accesso (Foto Lasorte)

l’ingresso dall’alto nel bosco Bazzoni (Foto Lasorte)


I dati tecnici

Complesso sotterraneo con numeri da record

La «Grotta Impossibile» è un ampio complesso sotterraneo con uno sviluppo di 2200 metri che consiste principalmente in una galleria iniziale molto articolata che si .prolunga per circa 120 metri. Man mano che si prosegue la galleria diventa più ampia fino a sboccare in una enorme caverna, lunga oltre 120 metri, larga circa 60 e con una volta che tocca gli 80 metri di altezza-La particolarità della «Grotta Impossibile» consiste essenzialmente nella vastità della caverna. I primi dati metrici della cavità, forniti da Luca Visintin e Riccardo Corazzi alla fine del 2005, sono attualmente in fase di definizione. L’accesso alla grotta dal basso si apre sul lato Est della canna Venezia del tunnel di Cattinara, a quota 275 metri e a circa 430 metri dall’ingresso dello stesso. L’ingresso è protetto da una porta in metallo, che all’apertura della Grande viabilità dovrà necessariamente rimanere chiusa. Assieme all’impresa Collini, che sta curando i lavori della Grande viabilità, il Comune di Trieste sembra intenzionato a cercare un nuovo ingresso dall’alto. Dopo la botola aperta dalla Boegan, però, solo un accesso a valenza turistica potrebbe rendere necessario le opere di trivellazione.

 

Braccio di ferro sul catasto, adesso ce ne sono due

La botola per accedere dall’alto alla «Grotta Impossibile» aprirà probabilmente una nuova pagina polemica all’interno del mondo speleologico. Non ci piove che la scoperta dell’accesso alla «Grotta Impossibile» spetta al gruppo della Commissione grotte Boegan. Solo che la scoperta, assieme alla custodia delle chiavi della botola, è stata comunicata al catasto storico conservato alla società dell’Alpina delle Giulie. Il catasto regionale delle grotte, istituito per legge dalla Regione, nei mesi scorsi è invece passato ufficialmente nelle mani della Federazione speleologica regionale. Una decisione stabilita nella Finanziaria regionale 2007, dopo una serie infinita di polemiche e il boicottaggio da parte di alcuni gruppi delle scoperte nell’ipogeo alla vecchia gestione del catasto regionale. L’inaugurazione del nuovo corso si è tenuta lo scorso 12 novembre nella sede del Club alpinistico Triestino in via Abro 5/a. Ma l’Alpina delle Giulie non ha mollato il colpo, varando un sito Internet con i dati di tutte le grotte.

Da “Il Piccolo” – 02 gennaio 2008

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