Clima

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LE VARIAZIONI CLIMATICHE NEL QUATERNARIO

Nel 1909 Albrecht Penck ed Emil Bruckner pubblicarono Die Alpen im Eiszeitalter, un testo fondamentale nella storia della geologia del Quaternario.
In questo libro gli Autori formalizzavano quanto ormai era evidente da alcuni decenni: durante il Quaternario i ghiacciai alpini si erano alternatamente espansi e contratti almeno quattro volte , in periodi rispettivamente freddi e caldi.
Le fasi fredde, dette glaciali, venivano chiamate Günz, Mindel, Riss e Würm, nomi che ancora oggi in parte ricorrono nella letteratura scientifica. Le fasi calde corrispondenti al ritiro dei ghiacci, gli interglaciali, venivano nominate Günz-Mindel, Mindel-Riss…
Tracce dei periodi glaciali ed interglaciali erano evidenti nelle sequenze geologiche e nell’evoluzione delle faune e delle flore.
Il progredire degli studi mise però in evidenza numerose oscillazioni secondarie del clima, tanto che divenne difficile correlare con esattezza il modello di Penck e Bruckner con tutte le fasi fredde e calde rinvenute nelle sequenze che venivano studiate.
Negli anni tra il 1950 ed il 1960 Cesare Emiliani mise a punto un complesso metodo che, attraverso la misura degli isotopi stabili dell’ossigeno nei gusci di microrganismi marini fossili estratti da carote di sedimenti oceanici, era in grado di misurare le variazioni di volume dei ghiacci terrestri.
Il metodo di Emiliani pose in evidenza un numero molto grande di oscillazioni, più di 20 nell’ultimo milione di anni, facilmente correlabili a scala mondiale. In questo modo fu possibile dar ragione di tutte le variazioni climatiche che non trovavano riscontro nella stratigrafia di Penck e Bruckner.
Curve ottenute dalla correlazione di più carote hanno ricostruito la storia climatica della Terra negli ultimi 6 milioni di anni. Si notano così:
– un progressivo raffreddamento della temperatura media della Terra a partire da 3 Ma da oggi;
– forti oscillazioni nella temperatura a partireda 2.5 Ma da oggi, con una periodicità di circa 100-120.000 anni.
– numerose oscillazioni secondarie, meno intense e più brevi.

Nei periodi freddi, con un abbassamento stimato di 4°C della temperatura media, le calotte polari si espansero fino a latitudini e quote molto più basse: la calotta artica fino alla Germania settentrionale, i ghiacciai alpini fino alla pianura (pochi km a nord di Udine). A causa dell’”intrappolamento” dell’acqua nei ghiacciai, il livello del mare si abbassò fino a 120-130m rispetto ad oggi. In alcuni dei periodi caldi la temperatura media salì a valori anche superiori all’attuale, con un forte arretramento delle fronti glaciali.

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