Catasto Grotte 2 – 15.05.2007

La Regione affida alla federazione Speleologica Regionale la gestione del Catasto grotte

Da oltre un secolo la storica sezione del Cai curava la mappatura di tutte le scoperte sotterranee

l’Alpina delle Giulie perde il Catasto grotte

La Regione: il censimento delle cavità alla Federazione speleologica

L’Alpina delle Giulie non curerà più il catasto regionale delle grotte. Dopo una gestione durata quarant’anni l’istituto – voluto per legge dalla Regione alla fine degli anni ’60, per aggiornare le meraviglie dell’ipogeo – è stato tolto allo storico sodalizio triestino del Cai di cui fa parte la commissione grotte Eugenio Boegan attiva dal 1883. La convenzione rinnovata quest’anno per soli 6 mesi, quindi, terminerà a giugno per volontà della Regione che per la mappatura delle grotte prevede un contributo annuo di 83.700 euro.
A tale riguardo una raccomandata firmata da Lucio Saccari, direttore regionale del Servizio tutela beni paesaggistici, è stata recapitata nella sede di via Donota 2 dell’Alpina delle Giulie. La missiva chiede alla sezione del Cai un inventario dell’attività svolta, anticipando così il benservito. È la conseguenza dell’emendamento alla Finanziaria regionale, proposto dai consiglieri Igor Kocijancic (Rifondazione), Alessandro Metz (Verdi) e Roberto De Gioia (Intesa dei lavori), che stabilisce come il catasto d’ora in poi sia gestito dall’ente più rappresentativo in materia. Traduzione: la Federazione speleologica regionale, invitata contemporaneamente a presentare un progetto per la gestione del catasto.
Un «passaggio di consegne» che mette fine alla querelle, tra gruppi speleologi, non senza strascichi polemici e possibili colpi di scena. L’Alpina delle Giulie, infatti, non è disposta a digerire la decisione e sta cercando «solidarietà» in Regione. Ma non sarà facile. Se ne rende conto anche il presidente Mario Privileggi: «Dopo quarant’anni di onorato impegno mi sarei aspettato – dice – un altro tipo di trattamento. Quella della Regione è una lettera che nasconde un certo imbarazzo. Nessuno si è fatto vivo con noi per vedere come funziona il catasto, sono state raccolte solo critiche e lamentele». È molto più duro il curatore del catasto Franco Cucchi, docente universitario e per certi versi la «pietra dello scandalo». Referente più volte attaccato dalla gran parte dei gruppi speleologici, per una gestione «non considerata all’altezza» tanto da veder boicottata la trasmissione dei dati sulle nuove grotte e creato un catasto parallelo. «Ho scritto una lettera al direttore Saccari, dove prendo atto con rammarico della decisione. Ho scoperto che in politica il buonsenso non esiste», dice Cucchi. È fortemente contrariato e preoccupato per un «blitz dell’estrema sinistra, fatto proprio dalla maggioranza regionale per ottenere altri sì». Un attacco alla Regione, non dimenticando la Federazione speleologica regionale capace di «prendere tre piccioni con una fava: fare un dispetto al gruppo più forte, che non fa parte della Federazione, gestire dei denari e tenere per sé il catasto».
Fino a qui la reazione degli esclusi, mentre dai futuri beneficiari si preferisce tenere basso il tono dello scontro. Non parla per il momento il presidente della Federazione, Gianni Benedetti, che evidentemente attende la conclusione di un iter ancora da definire. Tra i punti forti del programma, però, emerge la volontà di rendere fruibile on-line il catasto delle grotte, coinvolgere tutti i gruppi nelle ricerche e promuovere corsi di formazione per speleologi. In casa degli speleologi c’è in ogni caso chi come Costantino Bottoli, responsabile per la Federazione della commissione catasto, non manca di esprimere la propria soddisfazione per il passaggio di consegne: «È una decisione che fa male anche a noi, abbiamo fatto di tutto per migliorare il catasto – dice – ma senza la capacità di incidere. Adesso andremo a curarlo con passione, dopo anni di routine. Il catasto è qualcosa di vivo, non un museo delle grotte».

p.c.

da “Il Piccolo” – 15 maggio 2007

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