Gli inizi – Parte seconda

Le foto storiche: gli inizi del Gruppo, le prime esplorazioni, la vita e lo spirito degli Anni Cinquanta e Sessanta

All’inizio quando le esplorazioni avvenivano con la tecnica in scala, l’attività doveva necessariamente essere fatta in gruppo: alcuni scendevano con le scale, altri dovevano restare all’esterno o scaglionati sopra i pozzi per “fare sicura”.

Quindi allora esistevano le “pattuglie di punta” costituite da coloro che scendevano fino al fondo della grotta, mentre i compagni disposti lungo i pozzi “facevano sicura”.

Oggi con la tecnica di esplorazione in sola corda non esistono più le pattuglie di punta, né le squadre.

L’ esplorazione è cambiata, le “solitarie” sono ormai all’ordine del giorno e i compagni non sono più tecnicamente necessari per la progressione.

La speleologia però, per fortuna, resta sempre un’attività in cui il collettivo rimane importante.


Il tormentone “…chi non beve con noi, peste lo colga”




Fovea Maledetta. 1966. Le attrezzature esterne per la sicurezza dell’esplorazione. Carrucolamento sopra il pozzo. Prove di soccorso con le prime barelle.

La manovra era necessariamente corale, sia per la tecnica usata che per il grande peso delle attrezzature


Ingresso del’Abisso di Trebiciano. 1967


Abisso di Trebiciano.1965 Edoardo Clemente, Macorini, Luciano Rupini, Pino Volcich



Dolina di Percedol. 1969.

Una colonna di vapore era indice della possibile presenza di cavità in relazione con il corso sotterraneo del Fiume Timavo. Furono eseguiti ingenti scavi con opere di puntellazione e sostegno per la ricerca della meta sempre agognata di tutti gli speleologi: il Fiume Timavo. Quarant’ anni più tardi nella vicina Grotta della Dolina Soffiante di Lazzaro Jerco la Commissione Grotte Boegan, con scavo lungo e impegnativo raggiunse effettivamente il corso del Timavo sotterraneo dimostrando l’esattezza dell’intuizione del San Giusto





Piazza del Paese di Villanova delle Grotte. Primi anni ‘60



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