Grotta Impossibile 3 – 20.12.2004

La Grotta Impossibile di Cattinara

Dopo le prime esplorazioni nella gigantesca caverna a Cattinara ieri una nuova puntata degli speleologi ha portato a individuare una possibile prosecuzione della cavità

  La grande grotta: appena scoperta rischia la chiusura

E' una delle più spettacolari del Carso eppure la costruzione della superstrada potrebbe ostruirne l'entrata

La grotta delle gallerie artificiali di Cattinara continua. Dopo la scoperta, sabato, di una gigantesca caverna già entrata nel novero delle più grandi cavità del Carso, ieri una squadra di speleologi della Commissione Grotte “Eugenio Boegan” guidata da Louis Torelli è tornata a esplorare il sottosuolo. E ha individuato alcune possibili prosecuzioni del sistema ipogeo, che al momento si estende per circa mezzo chilometro seguendo l'alveo di un antichissimo fiume.
Saranno necessarie altre puntate esplorative per capire dove e come può espandersi la grotta. E non è escluso che il sistema si possa rivelare molto più esteso di quanto supposto. Sarà però una corsa contro il tempo, perché gli uffici tecnici della Collini, l'azienda che guida il consorzio impegnato nello scavo delle gallerie della superstrada, ha già fatto sapere che a lavori ultimati non sarà possibile tenere aperto l'ingresso della cavità naturale, situato su un lato della galleria di destra, a 430 metri dall'entrata.
Se la scoperta della grotta non dà alcun fastidio al cantiere e i lavori continuano senza problemi, per questioni di viabilità e sicurezza il progetto non prevede la possibilità di un varco o una piazzola in quel punto della galleria quando la superstrada sarà in funzione, e automobili e camion sfrecceranno a tutta velocità nelle gallerie. Lo scavo procede alla velocità di quaranta metri alla settimana, il tracciato finale sarà di tre chilometri per cui ci vorranno ancora due anni per terminare l'opera. Nel frattempo gli speleologi sperano di trovare un'entrata secondaria del grande complesso sotterraneo, che altrimenti rischia di essere sigillato per sempre. A meno di non realizzare un'entrata artificiale da qualche parte fuori dalle gallerie, eventualità non impossibile ma decisamente costosa.
La grotta delle gallerie artificiali, come è stata momentaneamente battezzata, è stata individuata agli inizi di novembre, quando le mine hanno aperto un varco sul vuoto. Sotto la direzione scientifica del Dipartimento di scienze geologiche dell'Università sono iniziati i primi sondaggi dell'ampio complesso ipogeo che scende di circa sessanta metri dal livello della strada in direzione est, verso Basovizza. Sabato, nel corso della puntata esplorativa finora più importante, una squadra di speleologi della “Boegan” in collaborazione con il Collegio delle guide speleologiche (presente anche uno dei componenti del Gruppo speleologico San Giusto) seguendo il percorso del paleoalveo ha raggiunto una enorme caverna terminale, dalle dimensioni di cento metri per cinquanta, alta ancora non si quanto, senza dubbio una delle più grandi del Carso dopo la Grotta Gigante e insieme alla “Skilan” (che, scoperta nel 1990 dal Gruppo Debeljak, detiene a tutt'oggi il record del più vasto complesso sotterraneo) e alla caverna Lindner in fondo all'abisso di Trebiciano (dove scorre il Timavo). La grandezza degli ambienti, la presenza di alcune formazioni e concrezioni spettacolari come una torre composta da due mega-stalagmiti alta venti metri, fanno della Grotta delle gallerie artificiali una delle meraviglie naturali del territorio. Che potrebbe rivelare ancora sorprese, come lascia sperare la prosecuzione individuata durante l'escursione sotterranea di ieri, alla quale ha partecipato anche uno dei tecnici della Collini.
Nelle prossime settimane, sempre con il coordinamento del Dipartimento di scienze geologiche, si continuerà a esplorare il sistema sotterraneo, “anche in collaborazione con gli altri gruppi speleo triestini – spiega Luois Torelli – visto che c'è parecchio lavoro da fare”. Per motivi di sicurezza, però, gli speleologi possono entrare nella grotta solo quando il cantiere non lavora.
Le ipotesi e le possibilità di sviluppo delle esplorazioni sono affascinanti: “Questa cavità – spiega Franco Cucchi, docente del Dipartimento di geologia e curatore del Catasto regionale delle grotte – è una forma legata a un carsismo antichissimo, di alcuni milioni di anni fa, quando le condizioni geografiche del territorio erano molto diverse da oggi”. “Allora – continua Cucchi – c'era un labirinto di cavità dove scorreva l'acqua di antichi fiumi, e questo reticolo è lo stesso cui appartengono la grotta Skilan e le grotte della Val Rosandra; sono posizionate tutte alla stessa quota, per cui è possibile che la grotta delle gallerie si colleghi in qualche punto con la Skilan”. Creando uno dei più ampi complessi sotterranei d'Italia.

Piero Spirito

  

L'ingresso della grotta è un piccolo varco sulla parete di una delle gallerie artificiali. Il progetto non prevede la possibilità di un'apertura e di una piazzola in quel punto del tracciato.

  

Uno speleologo si cala nella cavità appena scoperta.



L'assessore ai Lavori pubblici Giorgio Dressi annuncia interventi di tutela

“E' un nostro patrimonio”

“Parlavo di una semplice “fessura”, ma è chiaro che mi riferivo al primissimo stadio della scoperta; sapere che invece stata trovata una grotta di tale grandezza è una notizia eccellente, sono il primo ad essere contento quando si arricchisce il patrimonio naturale della nostra città”. L'assessore ai Lavori pubblici Giorgio Rossi segue passo passo i lavori per la costruzione del nuovo lotto della superstrada, e commenta con favore la scoperta della grotta delle gallerie artifciali, cavità che in un primo momento sembrava poter mettere impicci alla prosecuzione degli scavi. Risolto il dubbio, adesso l'assessore si dice entusiasta della scoperta. E sull'ipotesi di un'eventuale chiusura della grotta non nasconde le sue perplessità: “Mi riservo di fare una più attenta valutazione, tuttavia escluderei che la grotta possa essere interdetta con la chiusura dell'accesso in galleria”. “Anzitutto – continua Rossi – è auspicabile che gli esploratori riescano a trovare un altro ingresso; in secondo luogo, se ciò non dovesse avvenire si può sempre pensare alla realizzazione di un by-pass; insomma soluzioni alternative ci sono e si possono realizzare per salvaguardare una scoperta che fa parte del nostro patrimonio naturale”.

   L'assessore Giorgio Rossi

Da “Il Piccolo” – 20 dicembre 2004

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