Mostra 50 anni – 01.08.2004

La mostra sui 50 anni di vita del GSSG

Si inaugura oggi nella sala dell'ex Albo Pretorio la mostra che ripercorre mezzo secolo di attività ed esplorazioni del sodalizio.

  Gruppo speleologico San Giusto, cinquant'anni sottoterra

Si inaugura oggi, alle 18.30, nella sala dell'ex Albo Pretorio in Piazza Piccola 3, la mostra per i 50 anni del Gruppo speleologico San Giusto (la mostra rimane aperta fino al 5 settembre, tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20).
La rassegna propone un viaggio attraverso mezzo secolo di esplorazioni speleologiche del San Giusto, un viaggio attraverso immagini e oggetti per illustrare cosa ha significato, e cosa significa, speleologia per questo gruppo speleologico; un percorso che vuole soprattutto porre in risalto le tante sfaccettature di questa disciplina, i tanti campi che la compongono. Ma, spiegano gli organizzatori, la mostra è soprattutto un'occasione per porre l'accento sugli aspetti che il Gruppo speleologico San Giusto ha, più di altri, curato e sviluppato.
Ecco quindi che vengono proposte le evocative istantanee in bianco e nero, a testimonianza degli ormai lontani “tempi eroici” della speleologia triestina, quando anche trasportare sul Carso le scale in legno e le corde in canapa con la filovia, il tram o i camion militari, era già un'impresa. È appunto per condividere e superare assieme le paure dell'abisso che fu fondato il GSSG, in un periodo nel quale la speleologia era un'attività di tipo corale. Ma è nell'attività didattica e divulgativa che il gruppo è stato un autentico pioniere, perseguendo l'obiettivo di far conoscere il fenomeno carsico attuando indirettamente un'efficace politica di tutela attiva.
Nella mostra, poi, vengono illustrate le esperienze condivise con gli speleologi dell'ex URSS durante la spedizione in Crimea, allora proibita a causa della sua destinazione militare, e le attività afferenti alla ricerca scientifica, come il rilevamento geologico e morfologico, la raccolta dei dati, i campionamenti, le analisi idrogeologiche e chimiche, attività sempre curate con costanza e razionalità.
Il Gruppo speleologico San Giusto ha inoltre eseguito oltre dieci anni di campagne esplorative sui Monti Musi, massiccio carsico nella catena delle Prealpi Giulie, dove sono state scoperte, rilevate e studiate più di 230 grotte, raggiungendo la profondità massima di quasi 500 metri. L'esplorazione sistematica dell'area ha permesso di apportare un significativo contributo alla comprensione dei processi speleogenetici del carsismo di montagna.
Nella rassegna viene inoltre presentato un esperimento di tracciamento delle acque di percolazione dell'Abisso di Trebiciano, condotto in collaborazione con l'Ispettorato dei parchi e delle foreste e la Società Adriatica di Speleologia. L'immissione del colorante con migliaia di litri d'acqua portata con le autobotti, ha fornito informazioni precise sull'assetto del reticolo carsico soprastante questa importantissima cavità. Annualmente il Gruppo organizza corsi di speleologia per avvicinare al mondo sotterraneo i giovani ed i meno giovani.
Il gruppo, infine, pubblica la rivista “Ipogea” e cura la collana tematica dei “Quaderni di speleologia”, pubblicazioni con le quali la società divulga le conoscenze acquisite e i risultati ottenuti nelle varie campagne esplorative.

  

Da “Il Piccolo” – Agosto 2004

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