Grotta Impossibile 5 – 18.01.2005

La scoperta e l’esplorazione della Grotta Impossibile di Cattinara

Fioccano le richieste da parte di studiosi e semplici curiosi per visitare la cavità scoperta durante gli scavi delle gallerie della superstrada

Da tutta Italia per la stalagmite da record

Il Collegio delle guide speleologiche rilancia l'ipotesi dello sfruttamento turistico del sottosuolo

C'è un piano per evitare la «concorrenza» con la Grotta Gigante


La stalagmite da record (Foto Louis Tognolli)


Tutti pazzi per la Grotta Impossibile di Cattinara. E mentre fioccano da tutta Italia le richieste per visitare il grande complesso ipogeo scoperto durante gli scavi delle gallerie della superstrada, amministratori, scienziati e speleologi si interrogano sul futuro della cavità, mentre la scoperta rilancia l'ipotesi di uno sviluppo del turismo ipogeo, che proprio a Trieste – culla italiana della speleologia -potrebbe trovare il suo punto di partenza. La legge regionale 2 del 2002, infatti, ha istituito la figura della guida e maestro di speleologia, ricalcata su quella delle guide alpine e turistiche, primo passo verso un nuovo inquadramento professionale degli esploratori di mondi sotterranei.
Nella Grotta Impossibile, nella cui caverna terminale è ospitata quella che viene considerata come la più grande stalagmite d'Italia (è alta 22 metri e ha più o meno un milione d'anni), le esplorazioni continuano per individuare nuovi sviluppi del complesso e per effettuare tutte i rilievi e le ricerche di carattere geologico, biologico ecc. Per cui, complice il fatto che continuano i lavori di scavo delle gallerie della supestrada, la cavità «al momento non potrà essere utilizzata per scopi turistici», precisa Franco Cucchi del Dipartimento di geologia dell'Università di Trieste. «Prima -continua Cucchi – bisognerà trovare un accesso più a monte e non certo, come ora, in corrispondenza con una galleria autostradale. Al momento, quindi, la grotta è visitabile solo per motivi scientifici».
Ma intanto piovono dai gruppi speleologici (ma anche di semplici turisti) di tutta Italia richieste per poter visitare alla cavità. Domande pressanti sono arrivate da Firenze, da Ancona, dal Lazio, dalla Toscana e dalla Lombardia. E, al di là dell'interesse scientifico per la recente scoperta, riprende quota il progetto di uno sfruttamento turistico più ampio e regolato de sottosuolo carsico triestino ricco di oltre tremila cavità, alcune delle quali alta mente spettacolari e di facile accesso.
Lo strumento normativo c'è già, ed è la legge regionale 2 del 2002 che istituisce il Collegio delle guide speleologiche-maestri di speleologia, un vero e proprio albo professionale in grado di aprire la strada non solo a nuove forme di turismo ed escursionismo ma anche a nuove forme di didattica nelle scuole di ogni ordine e grado. «In linea di massima – dice il presidente del Collegio, Franco Gherlizza – siamo contrari a uno sfruttamento generalizzato delle cavità che non tenga conto della tutela ambientale; perciò piuttosto che mettere luci fisse e ingressi a orari come nella Grotta Gigante meglio organizzare un servizio di escursionismo sotterraneo affidato a speleologi professionisti». Gherlizza, che fra l'altro ha appena dato alle stampe il libro «Prime grotte», una guida alla scoperta di dieci cavità del Carso triestino accessibili per chiunque, indica alcune cavità naturali di grande fascino adatte a diventare mete di un turismo mirato, non generalista ma nemmeno troppo elitario: la grotta Savi, la Valentina, le Torri di Slivia.
«Ma non si tratta sono di sfruttare turisticamente il vasto mondo sotterraneo della provincia – interviene Paolo Manca, del direttivo del Collegio -: l'obiettivo è di offrire un servizio scientifico in collaborazione con le Università e organizzando servizi didattici per le scuole». Al momento il Collegio annovera una trentina di guide in tutta la regione (ci sono alcuni fra gli speleologi più esperti, fra cui Louis Torelli, che sta coordinando le ricerche nella Grotta Impossibile), ha varato un regolamento, si sta dando uno statuto, sta cercando una sede. E presto i primi speleoturisti potrebbero muovere passi sicuri nella Grotta Impossibile. Intanto sabato ci tornano gli esploratori della Commissione grotte «Boegan» e degli altri gruppi triestini assieme e geologi, biologi, naturalisti. Tutti a caccia di nuove scoperte.


Gli speleologi in azione dentro la “Grotta Impossibile”. (Foto Torelli)

Pietro Spirito

L'assessore comunale: «II cantiere comunque va avanti». Tra le modifiche al progetto l'ipotesi di un percorso preferenziale per l'accesso al pubblico

E Rossi ora sogna l'«autostrada degli abissi»

Ora l'assessore comunale ai lavori pubblici, Giorgio Rossi, ha un sogno: trovare un'altra «Grotta impossibile» proprio sul tracciato dell'autostrada. Sono stati scavati 700 metri, ne mancano ancora più di duemila, e c'è spazio per altre scoperte. «Provate a pensare quanto sarebbe affascinante – commenta — realizzare un viadotto di 50 metri in grotta, una cosa unica al mondo. Con la “grotta impossibile”, che io in realtà chiamo “casuale”, non è accaduto. Bastava scavare cinque metri più in là. Non avremmo mai scoperto quella cavità eccezionale e non avremmo mai potuto ammirare una meraviglia come la stalagmite gigante. Ventidue metri, una torre del Vaiolet. È stato un colpo di fortuna».
Dire entusiasta dell'assessore Rossi è poco, al telefono quando parla della grotta traspare quasi l'emozione. Anche i problemi della corsa contro il tempo per recuperare i ritardi dello scavo della Grande viabilità e i problemi dei cantieri sembrano passare per un momento in secondo piano. «Confesso – insiste – che questa scoperta mi ha appassionato, il ritrovamento è eccezionale, sono rimasto affascinato. Questa grotta ha un interesse scientifico incredibile, fa parte del patrimonio carsico, appartiene al territorio. Non so ancora come e in che maniera, ma anche grazie all'aiuto degli esperti questa cavità dovrà essere tutelata. L'ho promesso e me ne faccio carico: non sarà chiusa». L'assessore conferma di essersi già impegnato con i ricercatori a trovare una soluzione. «Ce la faremo, nel frattempo spero sempre che si trovi un'altra entrata naturale. Dicono che c'è un certo tiraggio dell'aria, sarebbe bellissimo. Se non accadrà vedremo se è possibile realizzare un pozzo artificiale. Nel caso cada anche questa ipotesi faremo una porta solo per addetti ed esperti. Nel caso di visite o ispezioni si bloccherà una corsia di marcia per 400 metri come accade sull'autostrada in caso di lavori o incidenti. Ci sarebbe anche un'ulteriore possibilità, veramente: creare un percorso preferenziale, ma confesso che non è cosa da poco. Vedremo, sentirò gli esperti e in particolare ricercatori e speleologi: dipenderà da cosa mi diranno. Soprattutto se si tratta di una cavità adatta alle visite per un pubblico più vasto o solo per gli esperti. Tutte prospettive appassionanti».
Per il direttore dell'Aiat, l'agenzia di promozione turistica di Trieste, nonché consigliere comunale Franco Bandelli, è più che un invito a nozze. La scoperta della cavità gli ha fatto rispolverare i suoi vecchi progetti di turismo speleologico. «Ho già la fila di gente che mi sta chiamando da tutta Italia – racconta – poi adesso che hanno trovato questa cavità con la stalagmite gigante. E chiedono tutti se ci sono pacchetti pronti, vogliono fare esplorazioni speleoloffiche. La zona ormai è conosciutis-sima». E proprio per questo Randelli annuncia: «Non solo mi batterò perché la grotta venga salvaguardata – afferma – ma anche perché sia valorizzata. È un mio pallino da quando ero presidente dell'ex Apt. Volevo lanciare un pacchetto turistico di tre giorni. Ci sono molte grotte visitabili, l’Abisso di Trebiciano, la grotta Azzurra, c'è il percorso naturalistico Gemina sull'omonima strada romana con gli agriturismi collegati. Basta poi fare sistema, in un vero gioco di squadra, con la grotta Gigante, Postumia e San Canzian. Un pacchetto turistico esclusivo».


L'assessore Giorgio Rossi in un sopralluogo al cantiere.

Giulio Garau


Primati

Sotto la Terra un mondo di meraviglie da Guinness


Un interno di Postumia

Nessuno sa quanti spazi vuoti esistano nella crosta terrestre o quanto siano estesi. Ma è certo che questi «fori» nella Terra possono assumere dimensioni gigantesche. La caverna della grotta di Cattinara (lunga 120metri, larga 50, alta circa 80 con la sua stalagmite-record non sfigura accanto alla Grotta Gigante, la grotta turistica più grande del mondo. Nemmeno nelle vicine Grotte di San Canziano e di Postumia si ricordano ambienti unici così vasti e arricchiti da concrezioni della dimensione della stalagmite triestina. Diverso il discorso quando si vanno a guardare dimensioni complessive e sviluppo. Fra le più grandi caverne figurano la Sarawak Hall nel Borneo nordoccidentale (lunga 700 metri, larga 450 metri e alta 70-100 metri) la Salle de la Varna sul confine tra Francia e Spagna (larga 250 metri) e la Big Room negli Stati Uniti (lunga 450 metri). Per sviluppo il «Flint Ridge Mammoth Cave System», nel Kentucky, è un labirinto che copre una lunghezza totale di più di 570 chilometri, mentre l'abisso più profondo è in Francia: si chiama Grouffe Mirolda e tocca i -1733 metri.

Da “Il Piccolo” – 18 gennaio 2005

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