Studi geomorfologici e idrologici sull’Abisso Massimo VG 5268 (Carso)

Studi geomorfologici e idrologici sull’Abisso Massimo VG 5268 (Carso)

OGGETTO:

Studi geomorfologici e idrologici sull’Abisso Massimo VG 5268 (Carso)


PERIODO:

1983-1992


FORMA:
esecutore [1] / co-esecutore [2] / partenariato [3] / collaborazione [4] / supporto tecnico-scientifico [5] / sostegno finanziario [6]:


[1]
Gruppo Speleologico San Giusto

[6] Gruppo Speleologico San Giusto


AUTORIZZAZIONI:
/


STATO delle RICERCHE:

concluse; attualmente osservazioni occasionali


RISULTATI:

L’Abisso “Massimo” VG 2268, situato nei pressi di Prosecco (Carso) è stato scoperto ed esplorato dal GSSG dopo una serie di lavori di disostruzione e allargamento, infine rilevato nel 1983. In questa cavità il GSSG, vista la sua importanza, per gli aspetti geomorfologici ma soprattutto idrologici che presenta, realizzò una serie di studi ed osservazioni allo scopo di consentire una conoscenza di base del fenomeno.

L’abisso è profondo 227 m, interamente sviluppato nei calcari del Cretacico ed in particolare lungo una faglia subverticale NNE-SSW. Risulta costituito da una serie di rami formati da pozzi, giungendo alla massima profondità sulla falda idrica, circa alla quota del livello marino, dove due pozzi risultano costantemente sommersi. Una serie di osservazioni e misure, effettuate fino al 1992 hanno consentito di osservare rilevare innalzamenti dell’“acqua di fondo” di 20 e 30 m, che sembrano essere normali durante le piene, anche se dall’altezza dei fanghi ricoprenti le pareti si possono supporre innalzamenti maggiori. Un’analisi chimica (unica) dell’acqua, in piena, eseguita dal Laboratorio analisi e controllo dell’AC.E.GA.S. S.p.A. di Trieste, ha mostrato un chimismo tipico delle cosiddette “acque di percolazione e locali”, cioè assai arricchite in Ca++. Una sonda parametrica installata dal GSSG, per conto del Dipartimento di Scienze Geologiche, Ambientali e Marine dell’Università di Trieste, in uno dei pozzi sommersi non ha dato risultati. Non si sa se a causa di una cattiva installazione o per un malfunzionamento.

Dal 1983 al 2003 l’Abisso “Massimo” è stato protetto mediante una botola all’ingresso. Attualmente la protezione è stata tolta dal GSSG valutandola non più indispensabile. 


DIVULGAZIONE dei RISULTATI:
pubblicazioni scientifiche [1] / articoli, opere di divulgazione scientifica, note informative [2] / riferimenti in articoli non specifici [3] / poster [4] / documentari [5];
[soci del GSSG]:


[1]
Anselmi M. & Semeraro R., 1985. Prime osservazioni geomorfologiche e idrologiche sull'Abisso “Massimo” (VG 5268) (Carso Triestino). Atti 7° Conv. Spel. Friuli-Venezia Giulia, Gorizia 1985: 30-41.

[2] Anon., 1993. Il mistero del Timavo a dieci anni dalla scoperta dell’Abisso “Massimo”. “El testòn de grota”, notiz. GSSG, anno II (2) 1993 n.s.: 24-25.

[3] Ballarin L. & Semeraro R., 1997. Geologia, geomorfologia e carsismo, geoidrologia e idrologia carsica, geologia tecnica, della zona di Trieste. Ipogea, 2: 39-116.

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