Grotta Impossibile 9 – 17.11.2005

La scoperta e l’esplorazione della Grotta Impossibile di cattinara

A meno di un anno dalla prima scoperta emergono nuove importanti cavità e i dati sull’enorme città sotterranea rinvenuta durante gli scavi della galleria della grande viabilità

Cattinara, trovate altre dieci grotte carsiche

Sono due i filoni considerati interessanti dagli speleologi. Aperta la caccia a un ingresso dall’alto




A un anno dalla sua scoperta la «Grotta Impossibile» di Cattinara si candida a cambiare nome. Quella città sotterranea con le sue torri trovata quasi per caso, durante gli scavi delle gallerie per la superstrada, continua a riservare sorprese.

LA RICERCA. Accanto alle nuove diramazioni, in fase di esplorazione da parte della commissione grotte Eugenio Boegan, e al ritrovamento di altre dieci piccole grotte, il lavoro è rivolto alla ricerca di un accesso dall'alto.

LA GALLERIA. Entro il 2008, infatti, la grande viabilità sarà operativa e la galleria di 2.900 metri, divisa nella canna Trieste e Venezia, sarà ad appannaggio di automobili e camion. Impossibile percorrere a piedi i 430 metri che separano l’ingresso della galleria all'accesso attuale della grotta.

LE SCALE. Un'entrata attrezzata nei giorni scorsi dal montaggio di scale fisse, fornite dalla ditta Collini che sta eseguendo l'imponente lavoro, montate dai volontari dalla commissione grotte Eugenio Boegan. Adesso può entrarci anche un bambino, domani l'accesso sarà impedito dal traffico veicolare.




GLI ACCESSI. Grotta sbarrata e dimenticata, a meno che non si scopra un altro accesso. Bipassando la galleria. La caccia è già iniziata: speleologi armati di radio e arva, uno strumento utilizzato per la ricerca durante le valanghe, per stabilire un contatto tra chi percorre la grotta dall'interno e chi invece cammina sul Carso.

LE ZONE. Il contatto è vicino, molto vicino, i punti individuati sono due in un’area che spazia dal Sincrotrone di Basovizza ai campi del Golf club di Padriciano. Un’area molto vasta, conosciuta a memoria dagli speleologi.

IL FENOMENO. Pochi metri di terra e pietra carsica, una decina dicono gli esperti e l'ingresso alla grotta è pronto. Ma i punti restano top secret, anche tra gli speleologi esiste una forte competizione. L'esplorazione dei nuovi rami, e il rinvenimento delle dieci piccole grotte, conferma ancora una volta il fenomeno carsico e la presenza di antichi fiumi.

LA PROFONDITÀ. Le sorprese sono dunque infinite in uno sviluppo da 2.200 metri, con una profondità dall'ingresso in galleria di 153 metri che, dal piano esterno, potrà raggiungere anche i 240 metri. Un abisso che si inserisce nella classifica delle prime cinque presenti sul Carso, subito dopo la grotta Gigante.

LO SVILUPPO. Lo testimonia il grafico riprodotto qui accanto che riporta lo sviluppo elaborato da Augusto Dìqual della commissione grotte Eugenio Boegan. Una città sotterranea, con le sue diramazioni che intersecano più volte la galleria della superstrada fra salite, cunicoli e discese. Un groviera che solo il Carso può regalare.

L'OBIETTIVO. Stalattiti e stalagmiti che potranno essere visitabili solo davanti alla scoperta, per altro molto vicina, di un ingresso alternativo. A quel punto la «Grotta Impossibile» – ribattezzata così forse perché, prima di iniziare i lavori per la grande viabilità, il monitoraggio della zona non aveva evidenziato un simile labirinto – dovrà veramente cambiare nome.

p.c.


L'ESPLORAZIONE

Sono stati i primi a entrare. Piena collaborazione con la società Collini

La «Boegan» al lavoro nel labirinto

È stata una squadra di speleologi della commissione grotte Eugenio Boegan, in collaborazione con il Collegio delle guide speleologiche regionali, a esplorare per prima la cosiddetta «Grotta Impossibile». Un'esplorazione che a distanza di un anno continua con una certa frequenza, quasi settimanale, in stretta collaborazione con la società Collini. Il tramite è il geometra Del Core, diventato ormai un «amico» della Boegan. La società speleologica della Società Alpina delle Giulie è stata, costituita, come Comitato alle grotte della Società degli alpinisti triestini, il 23 marzo 1883.
Nei suoi oltre 115 anni ha svolto un'ampia attività esplorativa, dapprima sul Carso Classico e poi in altre regioni d'Italia (soprattutto nel Friuli) e quindi all'estero (Iran, Massico, Russia, Brasile, Albania, Slovenia, Vietnam). Attualmente in regione opera soprattutto sul Canin, dove non passa anno senza che venga scoperto ed esplorato qualche abisso di notevole profondità.
Ma la scoperta della «Grotta Impossibile» di Cattinara negli ultimi tempi ha spostato l'attenzione sulle cavità carsiche. «Sono state rinvenute altre 10 nuove cavità: rilievi che abbiamo comunicato alla ditta Collini e al catasto regionale delle grotte», dice Riccardo Corazzi della commissione grotte Eugenio Boegan. «Ma accanto alle piccole grotte – aggiunge – altre due diramazioni sembrano riservare notevoli sorprese”.
La ricerca :di un nuovo ingresso dall'alto potrebbe rappresentare anche un investimento turistico. La «Boegan» gestisce la Grotta Gigante, primo polo turistico della provincia di Trieste, cura il museo di Speleologia, una stazione di meteorologia epigea, due stazioni di meteorologia ipogea.
Fra i suoi iscritti, oltre un centinaio, si trovano esperti di speleobotanica, di carsismo, di meteorologia ipogea, di bibliografia, di storiografia che contribuiscono a mantenere viva la com-ponente culturale del gruppo.
Nel 1892 ha istituito il Catasto delle grotte, che cura anche oggi. Un lavoro cui ha affiancato, per conto della Regione Friuli Venezia Giulia, anche il Catasto regionale delle grotte. Dove il labirinto di Cattinara è entrato a pieno titolo.


Da “Il Piccolo” – 17 novembre 2005

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