Il cacciatore di Mondeval

Un sito preistorico vicino a Cortina d’Ampezzo.Un’importante testimonianza del Mesolitico su un itinerario escursionistico di interesse geologico, paleontologico, floristico e faunistico. Il tutto in Val Badia.

Il cacciatore di Mondeval


Alcuni anni fa, essendo in vacanza a San Cassiano (Val Badia), avevo intrapreso un’escursione in una zona nei dintorni di Cortina d’Ampezzo.
Tale itinerario mi era stato consigliato da un signore, anche lui in vacanza nella mia stessa zona e con il quale avevo fatto amicizia. Mi diceva che tale percorso era interessante sia dal punto di vista geologico che paleontologico, floristico, faunistico ed archeologico.
Il sentiero si sviluppa lungo i monti che dividono la Valle d’Ampezzo dalla Valle Fiorentina ed i sentieri, molto comodi, passano accanto al Col Piombin, Forcella di Zonia, Forcella Gian, Monte Formin, Monte Cernera, Conca e Malga di Mondeval, Monte Corvo Alto, il Becco di Mezzodì, il lago di Federe per concludersi a Campo di Sotto.
Il sentiero inizia presso il Passo Giau, a pochi chilometri di distanza da Cortina (tabella segnavie n. 436), tocca Forcella Zonia, Forcella Giau – dove merita effettuare una fermata per osservare, a destra, le rocce vulcano-sedimentarie degli strati di La Valle, che ricoprono la scarpata ladinica del Monte Cernera, dove si possono trovare dei bellissimi fossili (per esempio i bivalvi del genere daomella) e ammoniti della specie Protrachiceras, mentre, a sinistra, affiorano i sedimenti calcareo-marnosi color grigio-giallastro (anch’essi fossili), appartenenti alla formazione di San Cassiano, a loro volta sormontati dalle dolomie ben stratificate, che formano la parete del Monte Formin.
La zona di Forcella Giau è anche ricca di varie specie di flora alpina, alcune anche di grande rarità (per esempio il ranuncolo glaciale).
Andando avanti si arriva al pianoro ed alla malga Mondeval superiore (attenzione qui ad un grande masso visibile poco più sotto) e quindi alla Forcella del Lago, dove si prende il sentiero n.434 (bella vista del Becco di Mezzodì).
Il sentiero costeggia ora le pareti della Cima d’Ambrizzole ed arriva al lago di Federa, dove si deve deviare a destra e prendere il sentiero n.432 con il quale si arriva a Campo di Sotto, dove il nostro itinerario si conclude.
L’escursione dura circa 5 ore e ci sono diversi punti di appoggio (Malga Mondeval di Sopra, rifugio Croda del Lago, sito presso il Lago Federa).
Ora, dopo aver descritto sommariamente il percorso, parleremo del sito preistorico esistente a Mondeval di Sopra. Infatti, arrivato nel punto sopra citato, noto un gruppo di persone che stazionano attorno ad un grande masso, ben visibile. Mi avvicino e scopro che tali persone sono degli archeologi. Instauro un discorso con uno dei presenti il quale, molto gentilmente, mi spiega che sotto al masso è stata trovata una sepoltura del periodo mesolitico. Essendo ancora tutto in fase preliminare di scavo e di studio, mi informa che la sepoltura è composta da uno scheletro completo di un uomo di circa 40 anni, alto 1 metro e 70 cm, disteso supino nella fossa scavata nel livello basale del masso.
Sono stati trovati, nel contempo, 30 reperti di corredo composti per lo più da lame di selce ( irreperibile in zona, ma portata dall’uomo mesolitico dai luoghi dove passava l’inverno, presumibilmente sulle Prealpi Venete o nelle valli del Piave), da vari punteruoli ossei ed alcuni denti di cervo forati (forse tali oggetti costituivano la sua dotazione personale di uso quotidiano).
Alla fine mi disse che tale sepoltura era una delle più importanti, vista anche la quota alla quale è stata rinvenuta.
Per concludere, diremo che la conca di Mondeval si prestava come punto di stazionamento da parte dell’uomo cacciatore-raccoglitore del mesolitico, il quale nei periodi estivi si accampava a quote alti (infatti sono stati trovati altri siti in altre zone), ricche di fauna ed acqua per la propria alimentazione.

Il cacciatore mesolitico della Val Badia


Apparteneva al tipo denominato “Cro-Magnon”, come dimostrano le caratteristiche del suo cranio: lungo, alto e di media grandezza; la faccia bassa e larga con apertura piriforme stretta ed orbite rettangolari basse. Era alto circa 1,67 m, della approssimativa età di quarant’anni, vissuto verso la fine del Mesolitico.
Il Mesolitico (o età della pietra di mezzo) è quel periodo di tempo, in quell’epoca denominata genericamente “preistoria”, collocato tra il Paleolitico (o età della pietra antica) ed il Neolitico (o età della pietra nuova) e va, parlando in termini di date, dall’8.000 al 4.500 a.C..
E’ un periodo che potremmo definire di transizione nel quale l’uomo affina le sue capacità migliorando i propri metodi di caccia e la propria tecnica di lavorazione della pietra, dedicandosi anche alla raccolta dei prodotti della natura.
Cessato il periodo glaciale, a seguito del progressivo ritirarsi dei ghiacciai, la zona di caccia dell’uomo preistorico cominciò ad espandersi anche in altitudine, se così si può dire, raggiungendo, nel Mesolitico, anche territori sopra i 2.000 metri di quota. Questo, per ovvie ragioni, durante il periodo estivo.
Tornando al nostro cacciatore di Mondeval: è stato sepolto in posizione supina con gli arti ben distesi  ed i piedi appoggiati ad un sasso. Si suppone che il corpo, prima di essere ricoperto con uno strato di pietre, sia stato avvolto in pelli di animale fissate con due punteruoli ricavati da ossi di cervo, rinvenuti sullo sterno e tra le ginocchia. Per quanto riguarda il corredo funebre (60 elementi), esso è stato trovato parte sullo scheletro stesso (due lame e dei canini di cervo forati che, probabilmente, formavano una collana) e parte lungo il fianco sinistro (oggetti in osso, selce e dolomia).
La mano sinistra del defunto presenta le dita leggermente piegate il che fa pensare che stringesse o, più propriamente, impugnasse qualcosa fatto in materiale deteriorabile di cui non si è trovata traccia.


Testo di Roberto Carosi

  • #1 scritto da Antonio Guerreschi
    circa 11 anni fa

    Non conosco la data di questa escursione, comunque ci sono parecchi errori nella descrizione della sepoltura la quale di trova in Val Fiorentina e non in Val Badia, alla quale non è nemmeno vicina.
    Saluti

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