La particella ai giorni nostri

Questo articolo è un estratto del lavoro di Premiani Furio e Boschian Giovanni, presentato durante il XXI congresso di speleologia, svoltosi a Trieste.

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DA PARTICELLA SPERIMENTALE A CENTRO DIDATTICO (dal 1978 ad oggi)

 

Fino al 1978 la Particella Sperimentale del Bosco Bazzoni rappresentava per alcuni escursionisti un luogo di transito, poiché si poteva passare nei suoi pressi per recarsi nella località di San Lorenzo.

In quell’anno un appassionato di botanica, Eliseo Osualdini, osservò l’eccezionalità della zona notando che si trattava di un sito particolare: era evidente, ad un esperto, la maestosità dei sempreverdi diversi da quelli d’altre località. Pur non conoscendo dati storici si percepiva immediatamente la sensazione di una cosa costruita, voluta e impiantata, sensazione rafforzata viepiù dopo la scoperta di specie mediterranee. Prendendo informazioni presso il Corpo Forestale, si capì che quella era la Particella Sperimentale 252, dove da almeno 50 anni non si era eseguito alcun lavoro ufficiale, salvo dei tagli illegali eseguiti durante l’ultima guerra.

Nacque il desiderio di ripristinarla, di mettere in luce il lavoro svolto dai nostri avi, di farne un luogo dove proporre una didattica ambientale vista la presenza di tante specie vegetali in un’area così ristretta. Allora, la superficie boschiva era costellata da vecchi crolli e seccume, ricoperta da piante nocive, liane, rovi, nonché da immondizie e residuati bellici; vi erano anche, sparsi, qua e là, scheletri di animali domestici. La Grotta Nera, nascosta dalle piante infestanti, era quasi invisibile e a stento si poteva raggiungerla. Talmente fitti erano i cespugli che non si riusciva ad accedere né ai tronchi secolari né al muro perimetrale.

Nel 1979 Eliseo Osualdini assieme a Sergio Pelaschier, ottenute le necessarie autorizzazioni da parte del Comune di Trieste e dall’Azienda delle Foreste, che è proprietaria del terreno, iniziarono la completa pulizia dell’area, coadiuvati da alcuni soci del Gruppo Speleologico San Giusto (GSSG). Tale interessamento ha contribuito a far conoscere alla cittadinanza l’importanza naturalistica del luogo. Nel 1984 l’Azienda delle Foreste, su richiesta del GSSG, decise la sua valorizzazione, provvedendo a evidenziare un sentiero delimitato da una staccionata in legno e a togliere le piante crollate.

 bosco bazzoni allo stato attuale

Il Bosco Bazzoni (Basovizza – Trieste) allo stato attuale – Present day conditions of the Bazzoni wood (Basovizza – Trieste).

La Particella Sperimentale divenne così un progetto di largo respiro a carattere naturalistico, storico, didattico, ricreativo e turistico. Nell’area della Particella sono state individuate più di 140 specie vegetali fra piante legnose ed erbacee.

In questi anni molti sono stati i visitatori entusiasti della Particella comprese tantissime scolaresche, gruppi di botanici nazionali ed esteri e gli escursionisti domenicali per un totale di circa 3000 presenze l’anno.

 

 

IL CENTRO DIDATTICO ELISEO OSUALDINI

 

Nel 2006 il GSSG, visto il grande flusso di visitatori, decise di ampliare le potenzialità didattiche della Particella creando al suo interno un centro di educazione ambientale con la finalità di far conoscere alle scuole, alle associazioni culturali e ai gitanti domenicali come la natura e il territorio abbiano influito sullo sviluppo delle culture preistoriche del Carso. La nostra divulgazione avviene attraverso un moderno sistema educativo che riassume gli aspetti dello studio della preistoria dal punto di vista naturalistico e culturale: uomo e ambiente, dal passato al presente.

L’utilità di questa divulgazione è tanto più apprezzabile se si considera che la mancanza di rispetto nei confronti della natura e dell’uomo stesso non deriva da cattiveria o da maleducazione ma dalla mancanza di conoscenze. Dimostrare quanto possa essere interessante capire come si conviveva con l’ambiente nella preistoria porta sia a una maggiore consapevolezza ambientale, sia ad apprezzare le capacità dell’uomo.

Il Centro Didattico è situato nell’area della vecchia Particella Sperimentale 252 e si estende per un ettaro ed è visitabile liberamente. Le specie vegetali presenti sono evidenziate con cartellini, è stato creato uno stagno carsico nel quale si è sviluppata autonomamente la flora e la fauna anfibia dei nostri territori. Lo stagno è sovrastato dal tronco crollato di un gigantesco abete greco di oltre centocinquanta anni. Nell’area si possono osservare alcuni fenomeni carsici epigei. Infine vi si trova l’aula didattica ipogea “Grotta Nera”, visitabile però solamente con le guide del Centro su appuntamento o alla prima domenica di ogni mese.

 visitatori all'interno della grotta Nera

Visitatori all’interno della Grotta Nera – Visitors inside Grotta Nera.

Il Centro Didattico, dedicato al compianto Eliseo Osualdini, è curato da un gruppo di lavoro che effettua la manutenzione e l’attività didattica in collaborazione con il Corpo Forestale Regionale, il Dipartimento di Scienze Archeologiche dell’Università di Pisa, il Museo di Storia Naturale di Trieste e il contributo finanziario della Provincia di Trieste.

La gestione, aspetto cruciale di ogni realtà museale, è basata sul volontariato ed è curata dai soci del GSSG che si occupano di tutti gli aspetti organizzativi e didattici.

Le guide effettuano inoltre l’aggiornamento professionale continuo attraverso i contatti con gli Enti collaboranti, per mezzo di corsi e lezioni appositamente organizzati, frequentando conferenze sul tema e approfondendo i temi naturalistici e antropologici con la lettura di testi specifici.

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