Inaugurazione Grotta Nera – 21.10.2006

L’inaugurazione ufficiale dell’area museale della Grotta Nera della Particella Sperimentale del Bosco Bazzoni

L’originale area museale sarà inaugurata oggi alle 11 nel bosco Bazzoni

Grotta Nera: ricostruito l’ambiente in cui vivevano i nostri progenitori

Qui sopra e a destra tre luoghi della Grotta Nera in cui sono stati ricostruiti gli ambienti in cui vivevano i nostri antichi progenitori

Si inaugura oggi alle 11 la nuova area museale ricavata all’interno della Grotta Nera nel bosco Bazzoni di Basovizza. Il progetto da 130.000 euro è stato realizzato dal Gruppo Speleologico San Giusto in collaborazione con Provincia, Camera di Commercio, Regione e Fondazione CrT. Si tratta di uno dei rari esempi in Europa di ambiente nel quale vengono ricostruite le varie fasi di evoluzione dell’uomo preistorico del Carso triestino all’interno di una cavità naturale. Insomma entrando nella Grotta Nera si potrà immaginare come vivevano i nostri lontanissimi progenitori.
«Non è cosa da poco – spiega Maurizio Anselmi, direttore della Grotta Nera – soprattutto se si considera che solitamente le ricostruzioni vengono effettuate all’interno di un museo, mai in una cavità autentica. L’obiettivo di questo progetto è di creare le condizioni per una fruizione turistico-didattica, rivolta in particolare alle scuole e sicuramente l’impatto olfattivo e visivo di un bambino viene notevolmente attratto da una gita scolastica di questo genere».
La grotta è collocata vicino alla Foiba di Basovizza, all’interno di un appezzamento di terra di 900 metri quadrati di proprietà della Regione. L’appezzamento è stato affidato per nove anni in concessione al Gruppo Speleologico San Giusto che dall’80 si occupa della cura di quest’area verde. Due soci del Gruppo, Eliseo Osvaldini e Pino Sfregola, eseguono la cartellinatura di tutte le specie vegetali ed arboree presenti e svolgono attività didattica per le scuole.
«Finora l’interno della grotta era rimasto inutilizzato -spiega Anselmi – e allora abbiamo pensato che cosa si poteva realizzare. Così nel 2002, con un primo aiuto economico della Provincia di Trieste, è stato elaborato un progetto per attrezzare la grotta turisticamente, fornendola di una passerella metallica collocata in mezzo alla grotta e un impianto di illuminazione. Tra il 2003 ed il 2006 abbiamo realizzato i lavori. Il tema di riferimento era l’archeologia, attraverso la ricostruzione al suo interno di quattro siti raffiguranti l’evoluzione dell’uomo sul Carso triestino dal Paleolitico inferiore a quello superiore, al Mesolitico e al Neolitico».

Per ogni sito è stata studiata una scenografia, realizzata con materiali in resina, foglie, pelli sintetiche e selci. La rappresentazione scenica vuole ricreare l’evoluzione delle tecniche utilizzate dall’uomo primitivo per difendersi e procurarsi il cibo. Dalle selci scheggiate per la lavorazione del legno del Paleolitico inferiore (realizzate dal gruppo di lavoro di Giovanni Boschian al Laboratorio di Archeologia Sperimentale dell’Università di Pisa), alla figura umana del Paleolitico Superiore, alla comparsa degli attrezzi nell’epoca del Mesolitico, alle asce del Neolitico con i gusci dei molluschi che mangiava e gli ami di osso con i quali pescava.
Inoltre il direttore della Grotta Nera spiega che l’intero progetto è stato realizzato per essere completamente reversibile, ovvero per non impattare in alcun modo l’ambiente circostante. Il cancello è appoggiato all’imboccatura della grotta, la fondazione su cui è installata la passerella è realizzata all’interno del riempimento argilloso della grotta per cui l’attrezzatura può essere rimossa senza lasciare traccia.

«Un aspetto positivo è che questo museo sarà visitabile solo con visite guidate e darà lavoro ai giovani, neolaureati o membri del Gruppo Speleologico, che vorranno impegnarsi come accompagnatori turistici per i gruppi didattici che verranno in visita. In questo modo i soldi pubblici investiti per la Grotta Nera creeranno ricadute positive sul territorio anche in termini occupazionali» conclude Anselmi.

Claudia Burgarella

Da “Il Piccolo” – 21 ottobre 2006

 

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