L’inizio
Gli inizi dell’avventura. I primi scavi, i primi metri di successi
L’inizio
Anno 1998: “pronto?…e…ciao sono Marino, Bomba…sì, sono andato un po’ in giro sempre zona Villanova…non lo so… c’è un buco lungo il sentiero che parte dalla curva dietro le case lì …però penso sia già stato segnalato, sì… uno scivolo di circa otto metri riempito da immondizie di ogni genere… mi sono infilato tra vetri, vecchie scarpe, pentole… poi c’è un saltino, stretto, molto stretto, sono passato… un meandro, si restringe… però io sento molta aria, tanta aria proprio in faccia, soffia e dietro mi sembra un ambiente più largo…”. “Ok Marino, vedi tu, dopo facci sapere. Ciao. Mah!”
E così il “Grande Bomba”, o come dice lui: “Medio dai”, ha iniziato da solo a pulire e svuotare il vecchio inghiottitoio ridandogli una dignità e una morfologia degna di una grotta. Finito il ripristino ambientale, perché tale è stato in quanto tutto quello che è stato recuperato è finito negli appositi contenitori delle immondizie o in discarica, è iniziata la vera esplorazione.
Le esplorazioni
Poveri ignari speleo!..”dai dai scendi andiamo…”, uno alla volta lungo lo scivolo, ecco siamo arrivati, guardiamo, guardiamo meglio, riguardiamo: “beh Marino, dov’è che va avanti?”, “…sì lì dove siete!”. La continuazione stava sopra alle nostre teste, in orizzontale, una serie di denti e lame alla guardia del meandro, messi apposta per scoraggiare i più impavidi che solo a vederli pensavi ai soldi della tuta mangiata senza pietà. Braccia avanti, gamba tesa ben puntata in alto, proviamo ad entrare: “dai, calma, ci passo! … calma, a malapena però riesco a spingermi più in là. …E’ improponibile però effettivamente sento un leggero, anzi un bel soffio d’aria fresca e sembra che oltre sto inferno ci sia qualcosa… sento dell’acqua!” Dopo scopro che Marino era andato ancora più avanti e che le dimensioni erano sempre le stesse.
“…Marino ci vogliono anni di lavoro qua!”
Determinazione ecco cosa ci vuole! Così abbiamo iniziato questa avventura con il Bomba. Principalmente in solitaria, domenica dopo domenica il nostro socio, scavava, toglieva, riempiva, lottava contro quella roccia ingrata e ad ogni telefonata in sede del lunedì sera si aggiungeva mezzo metro alla cavità. I primi tempi saltuariamente, anche altri soci del gruppo davano man forte al nostro amico e intanto gli abitanti delle case lì vicino iniziavano ad uscire e guardarci, strano: “…ma vogliono trovare un’altra entrata della Villanova questi?”. Infatti la grotta va nella direzione opposta!
Le condizioni di scavo erano pessime, eravamo a circa 20 metri dall’ingresso. Ogni volta che entravo in quella grotta mi sentivo come il bolo alimentare lungo il suo percorso “speriamo in un finale migliore”, pensavo! Erano pochi metri però iniziava a diventare pesante la faccenda; trasportare trapano, accomulatore, martelli, scalpelli, e materiale vario non era un’impresa da poco e Marino, padrone di casa, andava su e giù tranquillo trascinando i suoi sacchettini nylon che puntualmente si rompevano a metà strada e din, din, din sentivi punte e mazzette che rotolavano da qualche parte.
“Marino ci vogliono anni di lavoro qua!”
E infatti…
Lascia un commento