Immagini donate alla Fototeca comunale – 11 aprile 2010

Donazione di circa 900 immagini speleo di altri tempi alla Fototeca comunale

La novità

E lo speleologo donò 879 “carte de visit”

Da Maurizio Radacich numerosi ritratti alla Fototeca comunale

 

Tutto, per Maurizio Radacich, era iniziato quattro anni fa quando si è trovato di fronte a una quarantina di fotografie realizzate nelle grotte di San Canziano dalla ditta “Sebastianutti e Benque”.

“Sono uno speleologo in piena attività con il Cat – Club alpinistico triestino e queste immagini realizzate per l’Alpenverein mi avevano interessato ed emozionato per la diversa qualità delle luci artificiali utilizzate dagli autori”, spiega Maurizio Radacich che oltre a donare alla Fototeca comunale le 879 immagini della sua collezione ha partecipato attivamente alla redazione del volume e alla realizzazione della mostra a palazzo Gopcevich.

“Non sono minimamente geloso o possessivo di ciò che riesco a riportare in superficie. Le fotografie devono essere viste, non rimanere segregate nei cassetti dei collezionisti o dei musei. Le immagini di San canziano mi hanno aperto un mondo nuovo; così ho voluto sapere che erano questi Sebastianutti e Benque. Ho iniziato a studiare, a cercare, a mettere in relazione. Un po’ alla volta mi si è aperto davanti agli occhi un mondo. Ora so che questi autori hanno fotografato in castello di Miramare nel 1872 e quello di Duino qualche anno dopo; hanno realizzato vedute delle Rive e dell’Arsenale del Lloyd austriaco; ma anche di Pirano, Parenzo, Portorose e Grado. Davanti al loro obiettivo hanno posato Giuseppe Garibaldi, Giovanni Verga, Attilio Hortis, artiste d’operetta e interpreti di commedie dell’800 oramai dimenticati. Hanno fotografato migliaia di persone: bambini, uomini, donne, ragazzi di una Trieste nel pieno del proprio sviluppo economico e della propria fortuna commerciale.

Le unltime foto “triestine” di questa ditta risalgono agli anni della Prima guerra mondiale e mostrano le cucine di guerra e gli approvivigionamenti come li ha visti Alberto Benque, figlio di Franz. Tutto questo si potrà ammirare nella mostra cui hanno lavorato tante, tantissime persone, indistintamente impegnate all’interno della Fototeca e dei Musei comunali dove sono censervati 180 mila stampe e positivi.

La digitalizzazione è bene avviata anche grazie ai finanziamenti, tra cui spiccano quelli della Fondazione CRTrieste”.

Nella sua appassionata ricerca Maurizio Radacich è riuscito a ricostruire anche le vicissitudini della famiglia Benque, impiegata per tre generazioni in campo fotografico.

“A Franz, Francesco, era subentrato il figlio Alberto, rientrato nel 1924 a Graz dove aveva aperto uno studio la cui attività era passata poi alla gestione della figlia Lilli, apprezzata fotografa di bambini, morta all’inizio degli anni Novanta”.

 

Da “Il Piccolo” – 11.04.2010

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