Abisso Plutone – Ossa umane – 05.07.2007

Il ritrovamento di resti umani durante le operazioni di pulizia dell’Abisso Plutone da parte del GSSG e il successivo sequestro della cavità della magistratura.

Scoperti sul fondo dagli esploratori del Gruppo speleologico San Giusto durante i lavori di pulizia della grotta

Basovizza, resti umani nell’Abisso Plutone

Ossa appartenenti forse ai 21 infoibati del 1945. Indagini dei carabinieri

BASOVIZZA Resti umani sono stati trovati da un gruppo di speleologi nell’Abisso Plutone, a Basovizza, a 140 di profondità. Pezzi di calotta cranica, le ossa di una gamba, di due avambracci, di un’anca e di una scapola e quattro vertebre: resti appartenenti a una o più persone, trovati dagli esploratori del Gruppo Speleologico San Giusto nel corso di una vasta operazione di pulizia della grotta realizzata di concerto con l’Area Verde pubblico del Comune di Trieste (e i cui risultati saranno resi noti i prossimi giorni). Gli speleologi hanno subito denunciato il ritrovamento ai carabinieri, e presto sarà effettuato il recupero.
Le analisi e le indagini dovranno appurare a chi appartengono quei resti, ma con ogni probabilità si tratta di quanto rimane delle vittime infoibate dai par-tigiani nel febbraio del 1945. Allora furono uccisi e gettati nella voragine 21 persone, tutte identificate. Ì loro corpi furono recupera ti nel 1947, ma forse non in maniera completa.
Ma l’abisso Plutone, una voragine che si apre sul fondo di una dolina e sprofonda nel sottosuolo con un pozzo di 115 metri e una caverna che arriva fino a 168 metri di profondità, negli anni ha fatto anche altre vittime. Nel 1975 fu rinvenuto sul fondo dell’abisso il corpo senza testa di Giuseppe Marzi, di 63 anni, scomparso da casa quattro anni prima. La testa non fu mai trovata. Nel 1993 cadde nella voragine Istok Grgic, di 39 anni, recuperato dagli uomini del Soccorso speleologico, e infine nel luglio del 1998 Marco Zaccaria, 22 anni, cadde nel pozzo durante una festa campestre fra amici. Il corpo fu subito riportato in superficie. C’è poi una leggenda che parla di una ragazza precipitata con un carro nell’800 e mai più vista. «Abbiamo trovato questi resti durante la vasta pulizia sul fondo della grotta – spiega Furio Premiani, presidente del Gruppo Speleologico San Giusto -, una scoperta che non ci aspettavamo». «I poveri resti umani trovati – aggiunge l’assessore ai Lavori Pubblici Franco Bandelli -, riaprono un capitolo doloroso della nostra storia recente e si dovranno compiere accertamenti. Ma al di là della scoperta, l’enorme lavoro svolto dagli speleologi è un’operazione voluta dal Verde pubblico per ridare dignità al nostro patrimonio ipogeo, e i risultati saranno resi noti a breve».

p.s.


In alto, gli speleo del Gruppo speleologico San Giusto sul fondo dell’abisso. A fianco, i resti umani trovati nella grotta.

Da “Il Piccolo” – 05 luglio 2007

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